Scopo dell'analisi aziendale è quello di individuare il grado di conoscenza da parte dell'imprenditore ed il livello di controllo presente.
Le aziende infatti il più delle volte hanno molte informazioni che si fermano però la dove sono state create senza influenzare le dinamiche produttive. Le informazioni di solito abbondano di solito nei reparti amministrativi ma che per loro indole tendono ad utilizzare i dati solo per i loro fini evitando quindi di diffonderli.
Intervenire nell'organizzazione aziendale significa quindi modellare il flusso delle informazioni che a loro volta determinano azioni e comportamenti che potranno essere più o meno efficienti.
Ecco che quindi soprattutto nelle micro imprese e nelle PMI è necessario l'intervento di uno specialista in organizzazione aziendale che esternamente ad essa possa individuare e successivamente indirizzare e canalizzare tutto il flusso di informazioni in modo tale che esse possano sempre essere disponibili a tutte le funzioni aziendali ed essere utilizzate al meglio.
mercoledì 17 dicembre 2014
martedì 25 novembre 2014
A proposito di efficacia ed efficienza...
I termini efficacia ed efficienza, spesso usati
indistintamente come sinonimi, riflettono in realtà due concetti ben distinti. Facciamo
un po' di chiarezza a riguardo. L'efficacia indica la capacità di raggiungere
l'obiettivo prefissato, mentre l'efficienza valuta l'abilità di farlo
impiegando le risorse minime indispensabili. Efficacia ed efficienza sono
concetti molto importanti nel mondo del lavoro ed in generale nella
pianificazione e nel controllo di qualsiasi attività. Se due atleti si
prefiggono di correre i 100 metri in meno di 10 secondi e riescono nel loro
intento, sono entrambi efficaci; tra i due risulterà più efficiente quello che
mercoledì 19 novembre 2014
La qualità dello spazio nel layout espositivo di un punto vendita
Una buona progettazione dello spazio
dovrebbe essere come una buona storia: un inizio che comunichi apertamente una
promessa, un’intenzione. Lo sviluppo che concretizzi l’esperienza di acquisto e
mantenga la parola data. Infine una conclusione che suggelli lo scambio
avvenuto, gettando le basi per una relazione di lunga durata.
Nel progettare uno store si debbono tenere
a mente quattro punti:
- Essere coerenti con l’immagine e la strategia imprenditoriale
- Influenzare positivamente il comportamento di acquisto del consumatore al suo interno
- Bilanciare attentamente i costi da sostenere con la creazione di valore aggiunto
- Essere flessibili cercando di ridurre il grado di inerzia ai cambiamenti dettati dalle tendenze dagli sbalzi stagionale
lunedì 17 novembre 2014
L'importanza della location strategy nelle decisioni di apertura di una attività commerciale
Aprire una impresa commerciale è sempre più rischioso e merita numerose attività di definizione.
Una di queste è la location strategy ovvero sia dove ubicare il nostro punto vendita.
Il primo indicatore da individuare è la distanza in minuti d'auto dal paese di riferimento; per questo si devono analizzare i seguenti parametri:
- Configurazione delle strade e loro condizione
- Struttura geografica del territorio
- Condizioni standard del traffico locale
- Visibilità dello store in riferimento alle principali arterie di traffico
- Disponibilità di trasporti pubblici
- Disponibilità di parcheggi
- Ostacoli fisici
- Ostacoli sociali
Inoltre è di importanza fondamentale analizzare gli altri servizi presenti per delineare il profilo in cui si inserirà il punto vendita.
Valutare la base economica della zona e mappare la situazione della domanda-offerta è quindi importantissimo al fine di catturare una quota di mercato nella nostra trading area: tale quota può derivare da una domanda di mercato oppure essere sottratta ad altri punti vendita esistenti.
Quante cose da fare per un'operazione sulla carta così semplice come può essere l'apertura di un punto vendita.
Se vuoi essere seguito da uno specialista che possa indicarti la giusta strada da intraprendere contattami senza impegno.
Una di queste è la location strategy ovvero sia dove ubicare il nostro punto vendita.
Il primo indicatore da individuare è la distanza in minuti d'auto dal paese di riferimento; per questo si devono analizzare i seguenti parametri:
- Configurazione delle strade e loro condizione
- Struttura geografica del territorio
- Condizioni standard del traffico locale
- Visibilità dello store in riferimento alle principali arterie di traffico
- Disponibilità di trasporti pubblici
- Disponibilità di parcheggi
- Ostacoli fisici
- Ostacoli sociali
Inoltre è di importanza fondamentale analizzare gli altri servizi presenti per delineare il profilo in cui si inserirà il punto vendita.
Valutare la base economica della zona e mappare la situazione della domanda-offerta è quindi importantissimo al fine di catturare una quota di mercato nella nostra trading area: tale quota può derivare da una domanda di mercato oppure essere sottratta ad altri punti vendita esistenti.
Quante cose da fare per un'operazione sulla carta così semplice come può essere l'apertura di un punto vendita.
Se vuoi essere seguito da uno specialista che possa indicarti la giusta strada da intraprendere contattami senza impegno.
venerdì 14 novembre 2014
La marca commerciale o private label
Molte volte quando andiamo a fare la spesa in discount o
hard discount riteniamo che la qualità dei prodotti sia leggermente inferiore
rispetto agli standard della GDO affermata soprattutto perché non troviamo le
marche di riferimento che a seguito della comunicazione pubblicitaria
effettuata dai media siamo abituati a riconoscere. Molto spesso però se
guardiamo i dati di fabbricazione di marchi sconosciuto con sorpresa vedremo
che sono stati prodotti e confezionati da aziende leader.
Questo perché l’insegna sta adottando una marca commerciale
o private label che dir si voglia.
Ma perché vengono utilizzate queste marche commerciali?
I distributori hanno utilizzato diverse
modalità per ‘consegnare’ agli acquirenti i prodotti a private label,
introducendo molte alternative di branding finalizzate a rendere più o meno
trasparente l’associazione con il nome dell’insegna. In genere, un distributore
preferisce ricorrere a private label di fantasia, non identificabili, quando
desidera svincolare le performance di prodotto da quelle
martedì 4 novembre 2014
Il business plan questo sconosciuto...
Il business plan è un documento che sintetizza i contenuti e
le caratteristiche di un progetto imprenditoriale (business idea). Viene
utilizzato sia per la pianificazione e gestione aziendale che per la
comunicazione esterna, in particolare verso potenziali finanziatori o
investitori. La nascita di una nuova attività imprenditoriale (e di qualsiasi
progetto aziendale) deve essere supportata da uno studio o un'analisi di
fattibilità in grado di fornire una serie di dati di natura
economico-aziendale, sui quali tracciare linee guida per la costituzione
dell'attività. Per esempio, dato che l'impresa opera in un sistema di vincoli e
opportunità, è indispensabile prima di avviarla conoscere i concorrenti e
l'area strategica d'affari cui ci si intende rivolgere.Lo studio di fattibilità
si concretizza nella redazione di un documento: il business plan.Esso è uno
strumento utile per valutare in modo consapevole i punti di forza e di
debolezza del progetto imprenditoriale. Non deve però essere considerato uno
strumento assoluto, ma uno strumento dinamico, adattabile ai cambiamenti che
venerdì 17 ottobre 2014
Il processo di acquisto
Il Target è il segmento di mercato che si vuole raggiungere.
Ma quali sono i tratti identificativi che definiscono le tipologie dei
consumatori?
In questo ci viene in aiuto una regoletta: la regola delle 5
w.
Infatti rispondendo alle 5 domande (che in inglese iniziano
con la lettera w) riusciamo ad ottenere con buona approssimazione un profilo
del consumatore tipo.
Esse sono:
Who (chi): chi compera?
When (quando): quando compera?
Where (dove): dove compera?
Why (perché): perché compera
What (cosa): che cosa compera?
What (cosa): che cosa compera?
La risposta seria e studiata a fondo a questi 5 quesiti permette
di conoscere in maniera approfondita il mercato di riferimento: esso è di
fondamentale importanza per il posizionamento aziendale e per l’interazione con
le leve del marketing mix.
La risposta alle 5 domande prevede da parte dell’imprenditore
una conoscenza approfondita di molteplici variabili che solo attraverso la
consulenza di un esperto in organizzazione aziendale e marketing possono
essere analizzate e riportate correttamente in dati utili alle analisi del
caso.
Se tutto questo ti ha interessato che ne dici di contattarmi?
mercoledì 8 ottobre 2014
Migliorare la propria posizione competitiva
L'analisi dell'operato di imprese di natura eterogenea ha permesso a Simon di ricavare una serie di insegnamenti estensibili alle imprese in genere. Ecco di che si tratta
- Prefiggetevi obiettivi chiari ed ambiziosi. Idealmente un'impresa dovrebbe sempre cercare di essere la migliore e diventare leader del proprio mercato
- Definite il mercato di riferimento in modo preciso, ma considerando sia i bisogni dei clienti sia le tecnologie. Rifiutate le definizioni già pronte di un mercato e tenete presente che la definizione del mercato fa parte della strategia. Restate concentrati e focalizzati. Evitate le distrazioni.
- Conciliate una focalizzazione mirata del mercato con un orientamento globale che richieda attenzione alle vendite e al marketing a livello mondiale. Trattate con i clienti in tutto il mondo nel modo più diretto possibile.
- Restate vicino ai clienti nella performance e nell'interazione. Accertatevi che tutte le funzioni aziendali abbiano contatti diretti con i clienti. Adottate una strategia guidata dal valore. Seguite da vicino i clienti più esigenti.
- Lottate per mantenere l'innovazione nei prodotti e nei processi. L'innovazione deve essere al contempo guidata dai clienti e dalle tecnologie. Ponete eguale attenzione alle risorse e competenze interne ed alle opportunità esterne.
martedì 7 ottobre 2014
Parlando di Marketing: l'analisi SWOT
E’ una struttura usata per
organizzare le informazioni raccolte dal sistema informativo aziendale e dall’ambiente
di macro marketing.
Consiste in un’analisi di tipo
qualitativo dei punti di forza e di debolezza di una impresa, nonché delle
opportunità e delle minacce presenti nell’ambiente.
(Strengths), debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) ,le minacce (Threats)
Il risultato di questa analisi
indica la direzione da seguire e serve da catalizzatore per l’elaborazione di
un piano di marketing adeguato.
Analisi SWOT
|
Analisi Interna
|
||
Forze
|
Debolezze
|
||
A
n a l i s i E s t e r n a |
Opportunità
|
Strategie S-O:
Sviluppare nuove metodologie in grado di sfruttare i punti di forza dell'azienda. |
Strategie W-O:
Eliminare le debolezze per attivare nuove opportunità. |
Minacce
|
Strategie S-T:
Sfruttare i punti di forza per difendersi dalle minacce. |
Strategie W-T:
Individuare piani di difesa per evitare che le minacce esterne acquisiscano i punti di debolezza. |
L'utilità di analisi SWOT non è
limitata ai fini di lucro delle organizzazioni. L'analisi SWOT può essere
utilizzata in qualsiasi processo decisionale in cui uno stato finale desiderato
(obiettivo) è stato definito. Gli esempi includono: organizzazioni no-profit,
unità governative e singoli individui. L'analisi SWOT può essere utilizzata
anche in pre-crisi e come pianificazione preventiva nella gestione delle crisi.
Lo specialista in organizzazione aziendale assieme all’imprenditore può facilmente trovare le aree di cui sopra
ed insieme provvedere all’analisi dell’impresa in relazione ai suoi punti
deboli ed alle sue efficienze in relazione al mondo esterno.
lunedì 6 ottobre 2014
Costi variabili, costi fissi, margine di contribuzione e CVP nella micro impresa e PMI
Un costo variabile è un costo che
varia, in totale, in modo direttamente proporzionale ai cambiamenti intervenuti
nel livello di attività. Un buon esempio di costo variabile è costituito dai
materiali diretti. Il costo dei materiali diretti usati in un periodo varierà
in totale, in modo direttamente proporzionale al numero di unità che vengono
prodotte. Quando si parla di costi variabili si intende che il costo totale
aumenta o diminuisce con l’aumentare o il diminuire del livello di attività
mentre il costo unitario rimane invariato. Se per fare un mobile mi occorrono
18Kg di legno per farne 10 mi occorreranno 180 Kg di materia prima per farne 20
360 Kg di materia prima ma per farne 1 18Kg che rimane costante.
Un costo fisso è invece un costo
che rimane constante indipendentemente dalle variazioni del livello di
attività. Il costo fisso medio per unità diminuisce o aumenta in modo
inversamente proporzionale alle variazioni dell’attività. Se il costo del
magazzino di stoccaggio è di 1000 Euro mese se stocco 100 pezzi costerà € 10
per unità, se stocco 50 pezzi costerà 20 € per unità ma in totale al mese
pagherò sempre 1000 Euro.
Il margine
di contribuzione variabile è l’importo che rimane dei ricavi di vendita dopo
aver dedotto i costi variabili. Perciò l’ammontare è disponibile per coprire i
costi fissi e creare un utile. Se il
venerdì 3 ottobre 2014
Il Servicescape
Il Servicescape è tutto questo ed è composto da una parte esterna formata da:
- Insegna
- Parcheggio
- Paesaggio
- Ambiente circostante
Da una parte interna all’organizzazione formata da:
- Struttura interna
- Attrezzature
- Indicazioni
- Layout
Da situazioni ambientali quali:
- Suoni
- Colori
- Odori
- Temperatura
Da altri elementi tangibili come:
- Biglietti da visita
- Cancelleria
- Fatture
- Rapporti e documenti
- Abbigliamento dipendenti
- Uniformi
- Opuscoli
- Web
Solo il giusto connubio di tutti
questi elementi permette al cliente fruitore del servizio offerto di poter
giovedì 2 ottobre 2014
La piccola impresa commerciale e la crisi
Il commercio è uno dei settori
che risente maggiormente della crisi globale che si è abbattuta sull’economia.
Tutti gli indicatori sono negativi e ciò pare togliere ogni possibilità di
ripresa ad un settore (quello del commercio) che risente soprattutto del potere
di acquisto delle masse, dell’instabilità politica ed economica da sempre
traballanti in un paese come l’Italia.
Come fare allora per dare un po’
di respiro a tante imprese commerciali il più delle volte a conduzione
famigliare?
La cosa non è semplice ma
sicuramente possibile: essa merita però un’analisi dettagliata di alcuni parametri che di seguito elenco:
·
Tipologia di prodotto/i che voglio
commercializzare
·
Area geografica in cui voglio operare e competitors
presenti
·
Target di clientela a cui mi voglio rivolgere
·
Servicescape
·
Budget disponibile
Una volta analizzati questi
parametri la creazione di un business plan ci può aiutare a
mercoledì 1 ottobre 2014
Parlando di Marketing: il Marketing Mix
Il marketing mix rappresenta l’insieme degli elementi
con cui l’azienda affronta il mercato, cioè i componenti della sua offerta
commerciale che creano valore per il cliente.
Una volta analizzato il mercato e deciso la strategia
più adatta alla situazione e alle potenzialità dell’azienda, occorre metterla
in opera:
- sviluppando prodotti competitivi
- decidendo un prezzo coerente
- distribuendo i prodotti in modo efficace
- facendo conoscere l’offerta ai potenziali
clienti.
Di fatto il
marketing mix coincide con il marketing operativo. Si tratta di gestire in modo
efficiente e coordinato: caratteristiche del prodotto e loro varianti, servizial cliente pre e post vendita, canali di distribuzione e logistica, nuovi
strumenti commerciali, ad esempio il sito Web aziendale.
martedì 30 settembre 2014
Accenni di Web Marketing
Caratterizzante del web è la sua interattività; essa è
definita come quella situazione in cui il sistema conosce ciò che l’utente sta
ricevendo o che cosa vorrebbe ricevere e attraverso cui diviene realizzabile il
monitoraggio sul processo comunicativo da parte sia dell’emittente che del
ricevente.
Le forme di interattività
attuate da internet sono due:
Interattività di
testo o di macchina: si tratta di una interattività che permette di
decidere solamente quello che si vuole vedere tra i vari contenuti prestabiliti
Interattività
personale o di network: svolge la funzione di giunzione di collegamento tra
i soggetti senza che i contenuti vengano preventivamente stabiliti; si sviluppa
attraverso chat, forum, comunità virtuali.
L’elevato grado di interattività che caratterizza internet
lo sta facendo diventare sempre più il luogo ideale dove domanda ed offerta si
possono incontrare, permettendo al consumatore di esprimere i propri gusti i
propri desideri ed alle aziende di cercare di realizzarle. Questa elevata
interattività permette quindi di creare una strategia di marketing one-to –one ossia
di creare una offerta su misura per ogni singolo consumatore.
Internet permette inoltre di raccogliere in tempo reale i
dati derivanti dal comportamento del consumatore entrando in possesso di una quantità
di dati impressionante che possiamo così identificare:
Dati di navigazione:
le tracce lasciate dai naviganti durante il viaggio compiuto tra una pagina e l’altra
lunedì 29 settembre 2014
Commercialista e consulente aziendale: due figure agli antipodi?
Il commercialista nelle micro imprese a conduzione famigliare con pochissimi dipendenti e spesso con nessun dipendente riveste un ruolo importantissimo non solo nella definizione del bilancio e per le competenze fiscali ma anche come guida nelle varie attività che spaziano dal marketing, all'accounting per non parlare di formazione più che di comunicazione.
E' infatti entrato nel linguaggio comune dire "vado dal consulente" per definire il proprio esperto contabile o il dottore commercialista.
Dobbiamo quindi prima di approfondire il tema conoscere che tipo di contabilità abbiamo in una micro impresa o PMI.
Nella micro impresa come nella PMI o nella grande multinazionale abbiamo 2 tipi di contabilità: una contabilità generale (fatta di bilancio, di magazzino, di dare e avere) ed una contabilità direzionale (fatta di costi, di marginalità, di prezzi di vendita, di punti di pareggio, di conseguenti azioni di marketing).La prima serve per fare conoscere a persone terze lo stato di salute dell'azienda, la seconda per permettere di prendere decisioni durante le attività di business.
Ora il punto che si pone è il seguente: se per la contabilità generale la figura madre è proprio il commercialista (sia esso esperto contabile o dottore), nella contabilità direzionale può' lo stesso avere le competenze specifiche per fare prendere le giuste decisioni all'imprenditore?
E' infatti entrato nel linguaggio comune dire "vado dal consulente" per definire il proprio esperto contabile o il dottore commercialista.
Dobbiamo quindi prima di approfondire il tema conoscere che tipo di contabilità abbiamo in una micro impresa o PMI.
Nella micro impresa come nella PMI o nella grande multinazionale abbiamo 2 tipi di contabilità: una contabilità generale (fatta di bilancio, di magazzino, di dare e avere) ed una contabilità direzionale (fatta di costi, di marginalità, di prezzi di vendita, di punti di pareggio, di conseguenti azioni di marketing).La prima serve per fare conoscere a persone terze lo stato di salute dell'azienda, la seconda per permettere di prendere decisioni durante le attività di business.
Ora il punto che si pone è il seguente: se per la contabilità generale la figura madre è proprio il commercialista (sia esso esperto contabile o dottore), nella contabilità direzionale può' lo stesso avere le competenze specifiche per fare prendere le giuste decisioni all'imprenditore?
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