Il commercialista nelle micro imprese a conduzione famigliare con pochissimi dipendenti e spesso con nessun dipendente riveste un ruolo importantissimo non solo nella definizione del bilancio e per le competenze fiscali ma anche come guida nelle varie attività che spaziano dal marketing, all'accounting per non parlare di formazione più che di comunicazione.
E' infatti entrato nel linguaggio comune dire "vado dal consulente" per definire il proprio esperto contabile o il dottore commercialista.
Dobbiamo quindi prima di approfondire il tema conoscere che tipo di contabilità abbiamo in una micro impresa o PMI.
Nella micro impresa come nella PMI o nella grande multinazionale abbiamo 2 tipi di contabilità: una contabilità generale (fatta di bilancio, di magazzino, di dare e avere) ed una contabilità direzionale (fatta di costi, di marginalità, di prezzi di vendita, di punti di pareggio, di conseguenti azioni di marketing).La prima serve per fare conoscere a persone terze lo stato di salute dell'azienda, la seconda per permettere di prendere decisioni durante le attività di business.
Ora il punto che si pone è il seguente: se per la contabilità generale la figura madre è proprio il commercialista (sia esso esperto contabile o dottore), nella contabilità direzionale può' lo stesso avere le competenze specifiche per fare prendere le giuste decisioni all'imprenditore?
Personalmente ritengo di no poiché solo studi di una certa rilevanza e dimensione si attivano in network per poter dare una risposta specifica a tutte le richieste della clientela.
Ma tutto questo quanto ha inciso sulla attività dei consulenti aziendali (che commercialisti non sono) presso le micro imprese o PMI?
Sicuramente molto...tanto da togliere loro spazio vitale e non ultimo togliendo possibilità di crescita e di sviluppo alle imprese stesse.
Ma la colpa non è ne del commercialista ne del consulente aziendale poiché come spesso accade la verità sta sempre nel mezzo. Lo sviluppo di network di professionisti pare per me essere una delle possibili soluzioni come pure l'informazione rivolta all'utente finale. La collaborazione in questo settore la vedo positiva sia per i professionisti che potrebbero godere delle conoscenze degli altri sia per le aziende che finalmente riuscirebbero a conoscere ed implementare tutta una serie di strumenti per pianificare programmare e controllare lo stato di avanzamento del loro business. Certo è che sempre più spesso capita di sentirci dire "me l'ha detto il commercialista" quasi a idolatrare questa figura e a fare in modo che sotto taluni aspetti essa sia diventata quasi una "casta".
E per scassinare le mura di questa "casta" occorre però tanta professionalità, competenza e onestà, spesso, troppo spesso mancante a molti consulenti aziendali d'arrembaggio.
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