Essere assertivi significa prima di tutto rispettare se stessi.
Soltanto da un profondo rispetto per la propria persona, per la propria
individualità e unicità può svilupparsi la capacità di dare vita a relazioni interpersonali
costruttive, sane, basate sul rispetto reciproco. I rapporti con gli altri sono
spesso difficili, poco chiari, ansiogeni; questo non è altro che il risultato
di fraintendimenti che nascono dall'incapacità delle persone di rapportarsi
agli altri in maniera trasparente ed onesta.
Chi è
assertivo sa esprimere i propri sentimenti, è in grado di modellare il suo
comportamento e le sue decisioni in base al contesto in cui si trova e possiede
la capacità di difendere e sostenere i propri diritti quando la situazione lo
richiede. La persona assertiva riesce a fare tutto questo senza imporre la
propria volontà sugli altri e senza al contrario subire passivamente
quella altrui.
Ma quanto è
importante essere assertivi in azienda?
L’assertività
in azienda checché se ne pensi è forse una delle doti più importanti che un
lavoratore del 21° secolo deve avere per potere reggere lo stress del nuovo
modo di lavorare imposto dai repentini
cambiamenti economici a cui tutti noi siamo sottoposti.
L’assertività prevede 3 tipologie di persone; vediamole nel
dettaglio:
L’assertivo fa valere i suoi diritti e rispetta
i diritti altrui, raggiunge i propri obiettivi senza
offendere gli altri, ha una buona immagine di sé e ha fiducia in se stesso, si
esprime in modo chiaro e autonomo, decide per se stesso.
Il passivo permette
che vengano violati
I propri diritti e che gli altri ne traggano vantaggio, non raggiunge i propri obiettivi, si
sente frustrato e ansioso, è inibito e depresso, consente che gli altri scelgano per lui.
L’aggressivo viola i diritti altrui per trarne vantaggio, raggiunge i propri obiettivi a spese degli altri, è indisponente e difensivo, è esplosivo e
ostile: umilia e sminuisce gli altri, si intromette nelle scelte altrui.
E voi che
tipologia di persona siete ?
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